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  • Immagine del redattoreOne2trip

Una vita che inizia troppo presto


Ore perso ad osservare i bambini.

Docili e carichi di innocenza, sorprende vederli gioire, ignari dell’intricata situazione che li circonda. Piano piano salgono scalini di una lunga scala che si chiama vita.

Più son piccoli e più questi scalini sono bassi, affinché riescano a salire nella maniera più facile di tutti. A volte incontreranno un grandino più alto, ma aiutati supereranno anche quello per riuscire nella scalata da soli.

Purtroppo la scala in molti paesi del mondo è molto ripida.


Miguelito ha 2 anni, occhi enormi e mani minuscole. Sta ridendo tirando le pietre a un cane. Appena ti vede si mette un broncio terribile in faccia e ti si avvicina con la lacrimuccia, allungando una mano in cerca di una moneta.


Josè ha 3 anni, vende caramelle al mercato. Porta in giro sua sorella, ancora più piccola e ancora più dolce. La scuola rimarrà sempre un lontano miraggio per loro e i piccoli “colleghi”.


Felix ha 5 anni, corre tra un auto e un’altra spruzzando un po' d’acqua sui vetri, attento a carpire quel cenno con la testa che dà l’ok per il lavaggio. Per aiutare i suoi genitori e i 7 fratelli, pulisce timidamente i vetri delle auto, in cambio di un paio di dollari al giorno.


Lara ha 13 anni, il sorriso ancora da bambina, ma ormai il corpo da donna. Questa docile creatura può valere fino a 20 dollari a rapporto, quelli che suo fratello Lucas a 10 anni guadagna in 4 giorni raccogliendo caffè.


Xavier ha 14 anni, la sigaretta in una mano e la pistola nell’altra. Quando aveva 12 anni la madre si è ammalata e non aveva soldi per curarla. Nello stesso momento i narcotrafficanti hanno bussato alla sua porta, in cerca di nuove reclute. La paga offerta era il triplo di quella che guadagnava il padre e Xavier ha deciso di accettare, per sua madre.

Una mattina la donna sorrideva di nuovo, grazie alle cure ricevute.

Una sera le lacrime l’hanno divorata, il suo bambino ammazzato.


Noi da grandi potremo ricordarci dei viaggi in auto, delle super mangiate in famiglia e di tutti quei giochi fatti con altri bambini.

Cosa si ricorderanno loro? Quanto è caldo il sole che riflette sul vetro di una macchina? Quanto era sudato quel sudicio messicano che per primo ha abusato di me? Quanto è acre l’odore del sangue di un corpo senza vita?


Una vita che inizia troppo presto, responsabilità e azioni compiute da uomini già troppo cresciuti ed intrappolati nel corpo di ragazzini.

Ore perso a osservare i bambini. Amareggiato per il futuro a cui vanno incontro.


Colpevole di aver sempre ottenuto ciò che desideravo, di essermi potuto permettere di fare i capricci e di aver desiderato ancora di più.


Impotente e immobile di fronte a tutto questo.

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