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Sono Eli, mi presento

  • Immagine del redattore: One2trip
    One2trip
  • 18 mag 2018
  • Tempo di lettura: 4 min

Perchè parto?

È una domanda tanto difficile quanto affascinante e forse anche noi siamo ancora in cerca della risposta completa, ma sono sicura che ne troverò ogni giorno un po’, strada facendo.


Vi è mai capitato di svegliarvi la mattina e non avere nessuna voglia di affrontare la giornata? Di uscire di casa senza quella motivazione che ti spinge a fare ogni cosa? Di tornare a casa da scuola o da lavoro insoddisfatti o irrequieti, senza nemmeno essere ben consapevoli del motivo che vi porta a non stare bene?


State bene, stiamo bene tutti, anche se alcuni più di altri, perché siamo in salute e perché abbiamo la possibilità di fare tutto ciò che ci piace, di comprare tutto ciò di cui abbiamo bisogno e soprattutto ciò di cui non abbiamo bisogno.

Stiamo bene, si, ma da qui a dire che siamo felici la strada è molto lunga.


Siamo talmente abituati a vivere in una società che ci spinge a consumare, a comprare, a spendere soldi inutili per accessori, vestiti, scarpe, auto e qualsiasi altro oggetto di cui le nostre case sono piene, che non ci chiediamo nemmeno più il perché delle cose che facciamo.

Non sappiamo perché abbiamo milioni di vestiti usati una volta sola o perché ci importa tanto di come appariamo agli occhi di chi ci sta intorno. Non sappiamo perché il nostro pensiero fisso è quello di essere magri, alti, belli e tutti uguali.


Sappiamo solo che dobbiamo conformarci alla massa se vogliamo essere accettati e ben visti, e sappiamo che, se seguiamo il nostro istinto invece della moda, verremo sicuramente guardati da occhi critici che non aspettano altro che giudicarci perché siamo DIVERSI.


Siamo così assuefatti dagli oggetti che non riusciamo più a stare bene con noi stessi, non riusciamo ad accontentarci di un sorriso, di una sensazione o di un’emozione.

Non siamo felici perché abbiamo sempre bisogno di altro e invece di cercare una soluzione al nostro malessere ci ricopriamo di oggetti che momentaneamente ci fanno sentire meglio, ma che piano piano ci svuotano dentro.


Mi è capitato spesso di chiedere ad amici o conoscenti quali fossero i loro desideri, i loro sogni e di domandargli cosa si aspettassero o sperassero di ottenere dalla vita e mi sono resa conto che molte persone non si chiedono il perché nemmeno a proposito della loro esistenza: tanti scelgono un’università che li aiuterà a trovare un buon lavoro. Molti lavorano in ufficio perché lo stipendio è buono e molti altri fanno lo stesso triste lavoro per tutta la vita, accontentandosi di portare a casa un buono stipendio anche se questo vuol dire sottostare a delle regole che non condividono o lasciando passare senza aprire bocca le centinaia di ingiustizie che stanno dietro a tutto quanto.


Non voglio vivere così, vengo da una famiglia in cui mi è sempre stato insegnato il rispetto per gli altri prima di tutto, in cui non è mai stato importante il modo di apparire o di vestire, in cui la condivisione e l’aiuto reciproco sono sempre stati i pilastri della crescita mia e dei miei 3 fratelli e in cui l’amore per gli altri veniva prima della bellezza, la razza o il colore.

Ho sempre vissuto con due genitori che mi hanno insegnato a scegliere seguendo il mio istinto e i miei gusti, le mie idee e non quelle della massa e credo che tutto questo sia splendido.


Ma perché allora devo sentirmi fuori posto? Perché devo sentirmi costantemente giudicata da chi mi sta intorno solo perché ho un modo di pensare o di fare diverso da loro?


Sono stata cresciuta da un padre pazzo che ha deciso di lasciare il suo buon lavoro e il suo buono stipendio, nonostante avesse quattro bambini a cui badare, perché non riusciva più a sopportare tutto cio che di sbagliato c’era dietro alla sua buona azienda e non aveva più nessuna intenzione di farselo andare giù.

…e credo che sia questo lo spirito con cui è importante vivere: facendo ciò che ci rende felici, ma felici per davvero.


Facendo qualcosa che ci dia soddisfazione e che ci faccia sentire vivi, che ci emozioni e che ci faccia sorridere, facendo ciò che crediamo giusto e facendolo perché ci va e non perché ci è stato imposto da qualcuno, qualcosa che possa rendere questo mondo un po’ migliore, anche solo di una briciola.


Parto perché credo di avere tante cose da imparare dal mondo che sta la fuori, perché penso che mi aiuterà a crescere, che mi farà diventare una persona più indipendente e so che mi aiuterà a capire, accettare e amare gli altri ancora di più.


Ho tanta voglia di vedere cosa c’è la fuori, ho voglia di stupirmi per l’immensità della natura e per la meraviglia delle piccole cose.


Ho paura? Certo. Ho paura di non essere all’altezza di tutto questo, di non riuscire a regalare al mondo le belle sensazioni che lui darà a me.

Ho paura perché so che passeranno tanti momenti difficili in cui ci sentiremo soli, stanchi, non compresi e molto lontani, ma so anche che una volta che ci saremo dentro, non riusciremo più a farne a meno.


 
 
 

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